A pochi chilometri da Roma, nella Tuscia Viterbese, al centro della Valle del fiume Treja su un impervio sperone tufaceo, Calcata conserva intatto il proprio patrimonio storico. Insieme al proprio fascino antico dovuto anche al fortunato incontro negli anni ‘70 con pittori, scultori, artigiani.
Ma anche attori e musicisti che hanno trasformato questo luogo destinato al progressivo spopolamento in un “borgo della creatività”.
La particolarità di questo borgo è la straordinaria fusione tra l’intatta natura circostante ed il paese. Una magia costruita apposta per dispensare meraviglia, stupore, emozioni.
Il moltiplicarsi degli studi d’arte con artigiani e artisti che lavorano in piccoli e caratteristici locali a volte con piccole aperture nello spettacolare affaccio sulla sottostante verde valle ha stimolato un turismo rilassato.
Fatto di persone che vogliono passare qualche ora nella quiete del tempo antico e stimolati dalla fantasia del presente. Nascono poi numerosissimi piccoli ristoranti con un’offerta gastronomica all’altezza della vocazione creativa del borgo.
Le origini di Calcata, di cui non si conosce da cosa derivi il nome, si perdono nella notte dei tempi. Abitata di certo nell’era preistorica, l’area divenne in epoca pre-romana un rilevante avamposto della civiltà falisca. Il nome appare per la prima volta in un documento della fine del VIII secolo, sotto il pontificato di Adriano I.
Nei dintorni sono visibili ruderi di vari insediamenti alto medievali, finché, nel Duecento, Calcata entrò nell’orbita della nobile famiglia degli Anguillara, i quali eressero un castello e la cinta muraria ma, data la posizione inaccessibile e isolata, il borgo rimase, per sua fortuna, sempre ai margini delle vicende storiche, preservandosi così da doli e distruzioni e mantenendosi intatto nei secoli a venire.
Affascinante nei dintorni l‘Opera Bosco Museo di Arte nella Natura, un museo-laboratorio sperimentale all’aperto di arte contemporanea. Esteso su due ettari di boscaglia nella forra della Valle del Treja fu creato nel 1996 da due artisti, Anne Demijttenaere e Costantino Morosin. Consiste in un percorso di opere realizzate con grezzi materiali naturali.
Alla fine della nostra visita vale la pena calarsi nello scenario incantevole della Valle del fiume Treja. Dove il vivace torrente corre su un letto di roccia vulcanica, formando salti e cascatelle. Per poi insinuarsi tra le alte pareti tufacee ricche di una rigogliosa e inestricabile vegetazione.
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