In giro per il Lazio esploriamo Settefrati e la Val Canneto: un angolo remoto del frusinate dove la vita scorre a misura d’uomo. Il comune ha poco più di 700 abitanti residenti, in continua diminuzione, ma i pellegrinaggi al Santuario della Madonna di Canneto portano sempre gente. Settefrati si trova sui rilievi prossimi agli Appennini, a oriente della Valle di Comino.
Le origini vengono fatte risalire dopo la distruzione del 293 a.C. dell’antica Cominium ad opera dei Romani. Le tracce dei primi insediamenti residenziali sono nell’area dell’attuale centro storico; si tratta della città di Vicus, sorta verosimilmente dopo l’evento citato.
Il nome Settefrati fu imposto dai monaci benedettini per ricordare i sette figli di Santa Felicita martirizzati a Roma durante le persecuzioni dei Cristiani. La localizzazione nel Parco Nazionale d’Abruzzo dona a tutto il territorio panorami incantevoli e un’atmosfera di sano rapporto con la natura. Elementi ai quali si aggiunge un moderato isolamento dovuto alle distanze con i centri abitati maggiormente popolati.
Nel paese tra le cose più interessanti da vedere troviamo la Chiesa della Madonna delle Grazie, del X secolo, ornata con soffitto a cassettoni. Nell’atrio è raffigurata la visione di frate Alberico: episodio che avrebbe ispirato a Dante la stesura della Divina Commedia.
All’interno pregevoli dipinti di Marco San Germano. Diverse altre chiese, in vari stati di conservazione, costellano il paese e le frazioni limitrofe. Dell’antica Chiesa dei Sette Santi Fratelli resta solo il portale d’ingresso inglobato nel Comune.
Mentre, sempre a titolo d’esempio, la chiesa principale dedicata a Santo Stefano Protomartire sorge accanto alla torre nella parte più alta del paese. Sono tutte testimonianze della devozione popolare che trova la sua principale espressione a dieci chilometri di distanza nell’antichissimo Santuario di Canneto. Meta di pellegrinaggi soprattutto di gruppi organizzati e sempre più spesso svolti con lunghi tratti a piedi, anche per immergersi nella spiritualità dell’ambiente naturale circostante.
Ci troviamo ora a mille metri di altezza, vicini alla sorgente del Melfa, affluente del fiume Liri e a dieci chilometri dalla strada carrozzabile. Nella cornice della Val Canneto con le sue cascatelle, fitta di boschi, soprattutto di faggi, si trova quest’area già occupata dal santuario della Dea Mefite. Antica divinità legata alle acque, alla fertilità dei campi e alla fecondità femminile.
Siamo al Santuario il cui nome ufficiale è: Basilica pontificia minore di Maria Santissima di Canneto. La storia della statua della Madonna, tra realtà e leggenda, narra di spostamenti problematici, processioni e atti di devozione significativi.
Ad agosto si svolge una festa di grande richiamo per tutto ilterritorio, data la notorietà del luogo. Anche se coinvolta in un movimento turistico vivo, la comunità settefratese è ancora legata a ritmi di vita tradizionali e molto tranquilli. Gran parte dei locali è ancora impegnata nell’agricoltura (cereali, uva e olive); nell’allevamento (bovini e ovini) e nella silvicoltura.
Un territorio da esplorare alla ricerca di un ambiente magico, sapori genuini, stili di vita lontani dalla frenesia delle città.
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