Quando si parla di “Basilica di Santa Maria degli Angeli e dei Martiri” il nome viene solitamente abbreviato in “Santa Maria degli Angeli”, ma sono i martiri i veri protagonisti dell’opera michelangiolesca. Situata nel cuore delle “Terme di Diocleziano”, le più vaste dell’Antica Roma, la sua idea fondante nasce da una visione.
Quella di Antonio del Duca – zio di Giacomo, discepolo di Michelangelo – riguardante sette martiri visti in una luce “bianca più che neve”. Antonio chiede quindi a Pio IV la costruzione di un tempio dedicato a loro e il pontefice, nel 1561, incarica l’anziano artista rinascimentale. Michelangelo opera una risistemazione generale di tutte le Terme ricavando un ampio volume di pianta a croce più larga che lunga, diversamente dalla consuetudine.
Nel XVIII Luigi Vanvitelli apporta diversi cambiamenti portando nella basilica molte celebri opere da San Pietro (minacciate dall’umidità) e intervenendo esteticamente sull’architettura. Restauri del 1911 riportano la facciata alle origini dotandola di due grandi portali bronzei di Igor Mitoraj rappresentanti l’Annunciazione e la Resurrezione.
Nella chiesa sono custoditi diversi monumenti funebri. Quello del pittore Carlo Maratta, realizzatore di diversi quadri in loco; del cardinale Parisio; del celebre artista Salvator Rosa precursore del romanticismo. Le cappelle laterali e gli altri locali ospitano diversi capolavori di artisti tra i quali: Giacomo della Rocca,
Niccolò Ricciolini, Giacomo Muziano, Giovanni Baglione, Gian Francesco Romanelli e molti altri. Ma a colpire immediatamente l’attenzione dei visitatori è la splendida Meridiana a camera oscura voluta da Clemente XI per il Giubileo del 1700.
L’obiettivo dell’installazione era il controllo empirico della correttezza del calendario gregoriano, determinandosi la data della Pasqua in funzione dei moti di Sole e Luna. Sulla linea di bronzo tracciata sul pavimento, e lunga quasi 45 metri, cade un raggio di sole proveniente da un foro nella parete.
Una lapide ricorda il suo uso come orologio solare fino al 1846 quando è sostituita dal cannone del Gianicolo.
Altra notevole attrazione è il monumentale organo costruito da Bartolomeo Fomentelli, inaugurato nel Giubileo del 2000 come dono dei romani a Giovanni Paolo II. Alto 12 metri e largo 11 ha circa 5.400 canne e può essere ascoltato durante le messe ordinarie e nelle cerimonie dello Stato italiano.
Da questo punto di vista la Basilica ha una lunga tradizione prerepubblicana. Ha ospitato il matrimonio del re d’Italia Vittorio Emanuele III di Savoia con la principessa Elena del Montenegro. Recentemente viene sempre più utilizzata per i funerali di Stato in ragione anche delle sue vaste dimensioni oltre che del suo ineguagliabile prestigio.
La facciata dà su Piazza della Repubblica, nome che ha sostituito quello di Piazza Esedra con il quale i romani ancora la chiamano familiarmente. Al centro della piazza la bellissima “Fontana delle Naiadi” dell’architetto Rutelli (nonno dell’ex sindaco della città), di fronte la lunghissima via Nazionale che arriva a Piazza Venezia.
La combinazione di storia, arte e cultura con la posizione urbanistica la rende una meta turistica assolutamente unica.
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