Le maestose Mura Aureliane si ergono come guardiani silenziosi della millenaria storia di Roma. Questo imponente sistema di difesa, eretto nel III secolo d.C. durante il regno dell’imperatore Aureliano, rappresenta uno dei più significativi tesori storici della Città Eterna.
Oltre a costituire una testimonianza tangibile della grandezza dell’antica Roma, queste mura sono permeate di racconti epici, aneddoti e avvenimenti che hanno segnato profondamente il destino della città nel corso dei secoli.
Le Mura Aureliane, estese per circa 19 chilometri, abbracciano il nucleo urbano della Roma antica. La loro edificazione rappresentò una massiccia impresa ingegneristica, finalizzata a proteggere la città dalle incursioni dei barbari che minacciavano costantemente l’Impero Romano.
Realizzate in mattoni e pietra, le mura raggiungono un’altezza variabile tra i 6 e i 8 metri e sono intervallate da una serie di torri e bastioni difensivi.
Le Mura Aureliane sorgono in parte su fondamenta preesistenti, quelle delle Mura Serviane, un sistema difensivo costruito nel IV secolo a.C. dal re Servio Tullio.
Sebbene le Mura Aureliane abbiano inglobato parzialmente le Mura Serviane, queste ultime rimangono ben visibili in alcuni tratti della città. Dove è possibile ammirare le antiche strutture in opera quadrata che testimoniano il passato glorioso di Roma.
Dato che le Mura intersecavano molte strade, gli ingegneri militari dovettero aprire molte porte, anche se ciò indeboliva la strategia difensiva. Le porte principali delle Mura Aureliane, distinte dalle posterulae che servivano per sortite belliche, erano comunque coperte ad arco.
Con la protezione di torri semicircolari (per un raggio di tiro utile di 180°), e dotate di doppia chiusura. All’interno con un doppio battente, ed esternamente a saracinesca da calare dall’alto. Le porte erano comunque punti deboli difensivi, se non altro per i possibili tradimenti delle guardie.
Le 18 porte originarie erano di tre tipi a seconda dell’importanza delle strade ad esse collegate. Le più importanti avevano due arcate gemelle, pavimentate in travertino e affiancate da due torri cilindriche. Poi quelle di importanza secondaria avevano una sola arcata, pavimentazione in opus latericium, attico in travertino e due torri cilindriche. Infine le meno importanti consistevano in una semplice arcata e torri quadrangolari.
Per tornare ai possibili tradimenti citati sopra, molto famoso è quello che consentì ai Goti di Totila di entrare a Roma da Porta Asinaria nel 546 d.C. Ma ogni porta può raccontare tanti aneddoti legati alla sua realizzazione e alle vicende storiche.
Porta San Sebastiano, bardata dal Sangallo per l’ingresso di Carlo V a Roma nel 1536, nel 1572 accolse il corteo di Marcantonio Colonna vincitore a Lepanto. Porta Pia, ultimo baluardo dello Stato pontificio caduto nel 1870, fu realizzata tra il 1560 e il 1565 ad opera di Michelangelo per sostituire la vecchia Porta Nomentana.
La leggenda racconta che regnante Papa Pio IV, questi scelse il progetto più economico tra i tre proposti. Il grande artista deluso inserì nella facciata, per scherzo, un bassorilievo a forma di scodella da barba e asciugamano per ricordare la discendenza del papa da una famiglia di barbieri.
Nei secoli a venire le mura subirono vari interventi di restauro e ampliamento, divenendo un simbolo di resistenza e resilienza per i romani.
Durante il Rinascimento, le mura furono integrate nel tessuto urbano della città, mentre nel XIX secolo furono restaurate e preservate come patrimonio storico nazionale.
La funzione difensiva delle mura terminò con le cannonate del Risorgimento, quelle di un’Italia in costruzione che voleva conquistare Roma per farne la sua Capitale.
Durante l’assedio del 1870, i forti posti lungo le Mura Aureliane, come il Forte Prenestino e il Forte Nomentano, costituirono punti di resistenza per le truppe pontificie. Tuttavia, la loro difesa si rivelò inefficace contro l’avanzata dell’esercito italiano, guidato da Vittorio Emanuele II di Savoia.
La Breccia di Porta Pia del 20 settembre 1870 rappresentò il culmine di questo assedio. Le truppe piemontesi, supportate dalla Guardia Nazionale romana, riuscirono a superare le difese della porta, aprendo la strada per l’ingresso nella città.
Questo evento segnò la fine del potere temporale dei Papi e contribuì alla realizzazione dell’unità nazionale italiana, con Roma come capitale del Regno d’Italia. Le Mura Aureliane, una volta simbolo di difesa, diventarono testimoni mutevoli di una nuova era nella storia della penisola italiana.
Per immergersi nell’atmosfera avvolgente della storia romana, non c’è modo migliore che intraprendere una passeggiata lungo le Mura Aureliane, anche all’interno come nel Museo delle Mura. Camminando lungo queste imponenti fortificazioni, si può percepire il palpito della storia che permea ogni pietra e ogni crepa. Da Porta San Giovanni a Porta San Sebastiano, lungo il percorso delle Mura Aureliane si possono ammirare anche alcuni dei più suggestivi panorami della città.
Data la loro lunghezza, la loro presenza si avverte in tanti rioni e quartieri diversi della città. Anche negli innumerevoli film girati a Roma vengono riprese spesso rappresentando proprio la romanità dei set. Citando tre film per tutti, universalmente noti, le ritroviamo nella “Dolce Vita” di Fellini, nel “Gladiatore” di Ridley Scott e nella “Grande bellezza” di Sorrentino.
In conclusione, le Mura Aureliane rappresentano un viaggio nel tempo attraverso i secoli della storia romana. Appassionati e turisti restano sempre affascinati dalla loro magnificenza e dalla capacità di narrare una storia ultra bimillenaria.
Mura a Porta Tiburtina o Porta San Lorenzo
Porta San Giovanni, Mura ai Giardini di Via Carlo Felice
Porta San Sebastiano con Museo delle Mura, Porta Latina
Mura a Corso d’Italia, Via Campania, Muro Torto e Porta Flaminia
Porta Maggiore e Tomba del Fornaio
Mura a Viale di Porta Ardeatina
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