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Santo Stefano Rotondo: la più antica chiesa circolare di Roma

La Basilica di Santo Stefano Rotondo al Celio, risalente al V secolo, è un’imponente testimonianza della storia ecclesiastica e architettonica di Roma.

Infatti situata sul colle Celio, questa chiesa nel tempo è stata chiamata anche Santo Stefano in Girimonte e Santo Stefano in Querquetulano per la sua posizione.

Lo stile paleocristiano per due santi: un martire e un re

La chiesa è sede di un titolo cardinalizio ed è riconosciuta come basilica minore, nonché chiesa nazionale d’Ungheria.

E’ per questo gestita dal Pontificio collegio germanico-ungarico perché in venerazione di Santo Stefano d’Ungheria (969-1038) detto il “Re santo”.

A causa di ciò la costruzione dell’edificio è probabilmente legata a Papa Leone I (390 – 461), in memoria del martire Santo Stefano (5 – 34 d.C.) primo cristiano martirizzato.

Per questo l’opera avrebbe visto il completamento solo con la sua consacrazione da parte di Papa Simplicio (? – 483).

Di notevole interesse è la pianta circolare dell’edificio, che riflette una fusione di stili architettonici tipici della paleocristianità romana. Caratteristica ispirata a forme classiche e celebri come quella della basilica del Santo Sepolcro a Gerusalemme.

Infatti la Basilica non è solo un luogo di culto, ma un vero e proprio scrigno d’arte. Gli interni sono ornati da un anello di ventidue colonne marmoree pregiate che circondano l’ampia zona centrale, evidenziando l’importanza dell’altare maggiore al suo centro.

I principali tesori artistici custoditi all’interno di Santo Stefano Rotondo

Tra le opere più significative, si trovano i mosaici bizantini del VII secolo, specialmente nella cappella dedicata ai santi fratelli Primo e Feliciano (martirizzati nel 308). I mosaici raffigurano Cristo su croce gemmata, un antico schema iconografico che riempie lo sguardo di meraviglia.

Le pareti di questa cappella sono ulteriormente arricchite da affreschi di Antonio Tempesta (1555 – 1630), eseguiti nel 1568, che illustrano la vita dei santi.

La chiesa ospita infatti anche il Martirologio, una serie di trentaquattro affreschi lungo le pareti esterne.

Infatti questi dipinti realizzati dal Pomarancio (Cristoforo Roncalli, 1553 – 1626) e da Matteo da Siena (Matteo di Giovanni di Bartolo, 1428 – 1495) nel 1582, narrano numerosi racconti di martirio.

In tal modo questi affreschi, tra i quali la Strage degli Innocenti e il martirio di Santo Stefano, offrono un importante spaccato dell’arte e della devozione dell’epoca.

Il contesto archeologico e artistico della Basilica di Santo Stefano Rotondo

Il contesto architettonico e storico della basilica di Santo Stefano Rotondo al Celio è di fondamentale importanza per comprenderne la bellezza e il significato. Sorge non solo in una zona ricca di storia romana, ma anche di testimonianze architettoniche preesistenti.

Come i resti dei Castra Peregrinorum, le caserme romane delle truppe di transito, e un mitreo del II-III secolo, che rivelano la stratificazione del passato. L’accesso alla chiesa avviene attraverso un portico splendidamente decorato da cinque arcate, sorrette da colonne di granito: omaggio all’architettura classica.

Nei secoli si sono avute numerose modifiche, tra le quali i restauri significativi commissionati da papi come Innocenzo II (1088 – 1143) e Niccolò V (1397 – 1455).

Di fatti questi interventi che hanno portato all’attuale configurazione dell’edificio, mantenendo intatta la sua straordinaria pianta circolare, già citata, che domina l’ambiente circostante.

Perché visitare Santo Stefano Rotondo al Celio?

Visitare questa basilica è un’esperienza che trascende il semplice atto di recarsi in chiesa; è un’immersione nella storia di Roma e nella sua arte sublime.

Offre per questo, ai visitatori, uno spazio di riflessione non solo sulle bellezze architettoniche, ma anche sulla storia cristiana e sulle tradizioni culturali che essa rappresenta.

Piena di fascino e suggestione, questa basilica invita a una contemplazione profonda. Una incantevole passeggiata immersi nella pace e nel silenzio che si consiglia di proseguire con la vicinissima Villa Celimontana.

Per questo la messa vi si celebra una sola volta l’anno, il 26 dicembre, onomastico del protomartire cristiano. Immersa in un giardino e circondata da mura romane, la basilica è un angolo di tranquillità che merita una visita, per chi desidera scoprire una Roma meno conosciuta, ricca di significato e bellezza.

Con il Blog di Roma e del Lazio, Around Rome vi guida alla scoperta dei territori per il piacere di soddisfare curiosità e mettere la cultura al servizio di persone e imprese.

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A cura de il NETWORK | testo Andrea Franchini | foto Ezio Bocci

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