Arpino, in provincia di Frosinone, nell’ampia fascia di colli sul versante sinistro della media valle del fiume Liri, è un museo di preistoria e storia a cielo aperto.
Arpinas o Arpinum, città antichissima come si desume dalle sue mura megalitiche, fu fondata per la leggenda da Saturno.
E’ stato un importante centro volsco e poi forse dei sanniti ai quali i Romani lo tolsero nel 300 a.C. Nel Medioevo appartenne al Ducato romano, fu espugnata dai longobardi e più volte invasa da Saraceni e Ungheri.
In seguito passò alla Chiesa e finalmente ebbe in seguito vita tranquilla.
Partendo dal centro della città troviamo l’Acropoli di Civita Vecchia (Civita Vetus) databile VIII/VII secolo a.C., importantissimo sito archeologico per l’architettura megalitica del Lazio.
La cinta di mura ciclopiche lunga un chilometro, ma in origine erano tre, in opera poligonale è una delle meglio conservate di epoca preromana. Rappresenta la più grande costruzione del genere che oggi esista in Italia. E’ costituita da blocchi di puddinga travertiniforme a Nord e a Est, e di calcare compatto a Sud e a Ovest. Tra le mura si apre l’unico arco a sesto acuto rimasto in tutta l’area mediterranea; un tipico arco a mensola che delinea una porta “scea”.
Elemento fondamentale di quest’area che spinse l’interesse alla visita del più importante archeologo del XIX secolo, il tedesco Heinrich Schliemann scopritore di Troia. Di epoca romana, invece, è il tratto di pavimentazione in basolato restaurata di recente e visibile in Piazza Municipio, già Forum romano.
In questa piazza si arriva entrando dalla strada che porta a Civitavecchia, e si trovano i monumenti bronzei di Caio Mario e di Cicerone. A destra si allunga il porticato Convitto Tulliano (seconda metà XVII sec.), a sinistra la Chiesa di San Michele, eretta forse sul posto di un tempio alle Muse, e rifatta nel ‘700. Di fronte sorge il Palazzo Municipale anch’esso, come altrove, adornato di busti.
Dalla piazza si dipartono varie vie le cui bellezze architettoniche e monumentali destano sicuro interesse nei visitatori.
Restando nell’atmosfera dell’Antica Roma, citiamo tre prestigiosi arpinati: Marco Vipsanio Agrippa e Gaio Mario più volte consoli della Repubblica romana e Marco Tullio Cicerone. Avvocato, politico, oratore e filosofo romano, nato ad Arpino da agiata famiglia equestre, fu una delle figure più rilevanti dell’antichità romana e autore di testi ancora molto tradotti nei licei classici.
Ad Arpino si si tiene tradizionalmente da diversi decenni a maggio il Certamen Ciceronianum Arpinas una competizione di traduzione e commento di brani di Cicerone. Evento sempre molto seguito dagli appassionati latinisti.
Tutti questi famosi personaggi locali sono stati oggetto di numerosi tributi in forma di busti marmorei che adornano vari luoghi della cittadina.
Non è del celebre arpinate, anche se ne porta il nome, la medievale Torre di Cicerone nella zona dove per alcuni esperti sorgeva la sua villa. Ciò che resta attualmente è il rudere di un castello medievale. Le chiese del ‘500/‘600, come ad esempio quella di San Vito, ci avvicinano all’epoca moderna passando per la figura del Cavalier d’Arpino, Giuseppe Cesari, celebre pittore molto attivo in Vaticano. Artista quindi di fama mondiale come più recentemente Umberto Mastroianni (1910-1998) la cui fondazione è ospitata nel Castello Ladislao, Centro Internazionale di Arti Visive.
Di antica tradizione storica sono alcune manifatture laniere, così come i prodotti agricoli (soprattutto olio, vino e frutta). Il panorama diffuso di querceti maestosi ospita anche delle cave di marmo giallo e bianco screziato di rosso.
I dintorni sono ricchi di tante varietà di flora e di fauna apprezzabili in sentieri e “aree Wilderness” attrezzate per gli amanti della natura. Di notevole bellezza è il Lago di Posta Fibreno. Per gli appassionati di storia, arte e cultura locale in generale, nei dintorni non può mancare la visita a Isola Liri.
Come ogni visita che si rispetti, dopo la cultura storica occorre parlare di quella enogastronomica. La cucina tipica è sicuramente un ulteriore punto forte di Arpino; “sagne” e fagioli in bianco o al sugo sono il piatto assolutamente imperdibile. Notevoli anche la minestra con il “pane sotto” e i “fini fini” al pomodoro.
Molto apprezzabili sono anche carni locali, formaggi e dolci della tradizione. Arpino ha sicuramente imparato la lezione dell’orazione ciceroniana “Cicero pro domo sua” (“per la propria casa”) evocativa del sapere gestire i propri affari.
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