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Cervara di Roma: scolpita dagli artisti nella roccia

Cervara di Roma è il paese più alto della Città Metropolitana di Roma – il suo centro storico si trova a 1153 metri slm – e il secondo di tutto il Lazio dopo Filettino (FR). All’altezza fisica si abbina concettualmente una sorta di elevazione culturale, artistica, ambientale e paesaggistica tutta da scoprire.

Il paese dista circa 70 chilometri da Roma e il suo territorio comunale è parte della Valle dell’Aniene con una escursione verticale tra i 419 e i 1611 metri sul livello del mare. Cervara di Roma è una delle principali porte d’ingresso al Parco Naturale Regionale dei Monti Simbruini: la più vasta area protetta del Lazio.

Un nome comune ma un ambiente e una storia unici

Il paese di Cervara prende il nome, come s’intuisce, dai numerosi cervi che da sempre hanno popolato questo sperone roccioso. L’aggiunta “di Roma” la distingue da diverse altre località omonime sparse per l’Italia.

La conformazione rocciosa che la ospita è diventata nel tempo l’ambiente di edificazione di semplici case allineate in un paese naturale, caratterizzato dalla pendenza di piccole stradine. La storia di Cervara è caratterizzata dall’alternarsi di periodi relativamente tranquilli ed eventi tumultuosi.

Dalle origini remote fino all’epoca moderna, il borgo ha mantenuto un ruolo importante nel territorio circostante, sia dal punto di vista strategico che culturale. Il primo documento che la cita è dell’884; nel 1052 è con altri castelli nel patrimonio dei monaci di Subiaco.

Da quel momento, è oggetto di lotte secolari per il possesso dei territori fino a perdere però progressivamente di importanza. Ma l’arrivo di numerosi artisti italiani e stranieri nel XIX secolo ha contribuito a far conoscere Cervara in tutta Europa, consacrandola tra i borghi più affascinanti del Lazio.

Gli artisti che “scolpirono” questo museo a cielo aperto

Nel 1810 Giuseppe Antonio Kock fu tra i primi pittori a stabilirsi in loco assieme a Bartolomeo Pinelli, del quale sono famose le opere con i costumi cervaroli. In seguito arrivarono: l’incisore correggese Gaetano Cottafavi; l’incisore e acquarellista Filippo Ferrari; il paesaggista tedesco Ernest Schweinfurth e l’americano Samuel Finley Breese Morse. Il celeberrimo inventore del telegrafo e del relativo codice di trasmissione.

A loro si unirono l’austriaco Robert Welmann ed Ernest Hebert, letteralmente conquistato dalle bellezze femminili locali. Della massima fama internazionale, il poeta spagnolo Raphael Alberti ne parlò come di “Una scultura nel cielo, che al cielo volerebbe, se l’aria la sostenesse” ed Ennio Morricone che compose appositamente un Notturno.

Cervara di Roma fu nominata “Il paese scolpito nella roccia” dagli allievi del professor Bianchi delle Belle Arti di Firenze che con gli artisti locali ornarono il paese con varie espressioni artistiche. Significative testimonianze sono la scalinata della Pace e la Scalinata degli Artisti, omaggi estemporanei che partono da Piazza Umberto I, il principale punto d’ingresso al paese.

Altre cose notevoli da vedere in cerca della bellezza e della storia

La stessa piazza appena citata offre un suggestivo panorama sulla Valle dell’Aniene ospitando anche murales, dipinti, poesie scolpite e altro. Il centro storico è caratterizzato dalla rocca, chiamata “Corte” o “Castello” o “Borgo”, risalente alla prima metà dell’XI secolo. La Chiesa di Maria Santissima della Visitazione, nei pressi dei resti della rocca medievale nel centro storico ospita due importanti dipinti.

Un quadro ad olio di inizio Seicento, La Visitazione, attribuito a Vincenzo Manenti di Orvinio e, dello stesso periodo, La Madonna del Carmine. Altro edificio religioso di rilievo è la Chiesa di Santa Maria della Portella, così intitolata dalla vicinanza con la porta del paese, costruita tra il 1514 e la fine degli anni Sessanta di quel secolo.

Nei dintorni sono senz’altro da visitare il sito archeologico presso la località Le Morre (tarda età della pietra/prima età del bronzo) e il Parco di Campaegli, ritenuto di grande interesse archeologico.

Le tradizioni locali sono sostenute da diverse festività religiose durante l’anno durante le quali è caratteristica la riaffermazione della cucina locale. Piatti tipici dell’alta collina impreziositi da squisitezze quali tartufi, funghi, carni e saporiti formaggi locali.

Con il Blog di Roma e del Lazio Around Rome vi guida alla scoperta dei territori per il piacere di soddisfare curiosità e mettere la cultura al servizio di persone e imprese.

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A cura de il NETWORK | testo Andrea Franchini | foto Ezio Bocci

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