Il Gianicolo, che sovrasta la riva destra del Tevere da 88 metri d’altezza, non rientra nei sette colli capitolini situati alla sinistra del fiume. Nella sua storia antica ha sempre svolto una funzione difensiva del territorio e fu annesso a Roma da Anco Marzio attraverso il Ponte Sublicio.
Il ponte sul quale doveva passare la strada che portava in Etruria, la futura Via Aurelia. Il colle, situato tra i popolari quartieri di Trastevere e Monteverde, non ha mai avuto una vera vocazione abitativa.
Nel 1849 fu di importanza strategica nell’eroica difesa della breve Repubblica Romana contro i francesi chiamati da Pio IX a riconquistare Roma. Dopo l’Unità d’Italia divenne quindi un grande parco pubblico e una sorta di memoriale del Risorgimento.
Dalla sua Passeggiata si gode uno dei panorami più incantevoli del centro storico di Roma. Per molti una veduta migliore di quelle del Pincio e di Monte Mario.
L’attuale vocazione del Gianicolo è senz’altro quella di meta turistica anche da parte degli stessi romani che non finiscono di stupirsi di ciò. Da Porta San Pancrazio, una delle porte meridionali che si aprivano nelle Mura Aureliane, oggi Museo della Repubblica romana, ai monumenti equestri di Giuseppe e Anita Garibaldi (giacente nel basamento) le attrazioni sono tante. Il Faro del Gianicolo, detto anche Faro di Roma o Faro degli Italiani d’Argentina, fu donato da questi ultimi nel 1911 in funzione commemorativa.
Se nella vostra visita si è fatto mezzogiorno non spaventatevi del botto a salve del celebre Cannone udibile in tutto il centro di Roma. L’uso fu introdotto da papa Pio IX nel 1847, per far suonare ordinatamente insieme le campane delle chiese di Roma.
Anche le ville dell’area meritano una citazione e una visita: su tutte Villa Lante e Villa Barberini, vestigia artistiche del potere delle famiglie romane. Così come non si può non ricordare la Fontana dell’Acqua Paola, più popolarmente nota come “Il Fontanone” ed il Tempietto di San Pietro in Montorio, detto anche Tempietto del Bramante, una piccola costruzione a pianta circolare posta al centro di uno dei cortili del convento di San Pietro in Montorio.
L’espansione urbanistica della città, di cui anticamente il Gianicolo non faceva parte, ha portato il colle a trovarsi in una posizione sempre più centrale. Quindi anche il carattere dei locali della ristorazione è cambiato profondamente elevando la qualità. Udito il cannone siamo quindi vicini all’ora di pranzo; non mancano in zona ristoranti di cucina tipica romana.
Tra i più celebri uno attivo come osteria fin dal 1849 è “Scarpone” nome dovuto alle grosse scarpe piene di fango con le quali l’oste lavorava anche nei campi. Un locale nel quale l’Eroe dei Due Mondi si rifocillava dopo le aspre battaglie locali appellando l’oste con il futuro nome del ristorante.
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