Il Museo delle Mura di Roma è collocato in un luogo rappresentativo della città, l’interno di Porta San Sebastiano aperta nelle Mura Aureliane.
Simbolico per vari motivi: con il nome di Porta Appia era l’ingresso in città dell’omonima strada Regina Viarum. Tale posizione le ha conferito per un certo periodo anche il nome di Porta Domine Quo Vadis.
Nel 1536 Antonio Da Sangallo la trasformò in arco di trionfo per l’entrata in città dell’imperatore Carlo V. E nel 1571 passò da lì il corteo trionfale per Marcantonio Colonna vincitore della battaglia di Lepanto.
Nei secoli, la Porta e le mura che la ospitano si sono riempite di iscrizioni, effigi e altre notevoli testimonianze documentali. Queste, insieme a un ottimo stato di conservazione della Porta, rendono il luogo ideale come locazione di questo Museo. Le ultime modifiche interne rilevanti della Porta sono dovute a Ettore Muti, Segretario del Partito Nazionale Fascista, che la occupò e utilizzò dal 1941-43.
Il percorso espositivo si svolge al primo e secondo piano della Porta, ed è suddiviso in tre sezioni temporali: antica, medievale e moderna. Le sale sono divise tra le torri orientale e occidentale che delimitano la luce della Porta. Le torri sono collegate dal passaggio interno con ampie finestre sopra l’apertura della Porta. In ogni sezione, pannelli fotografici raccontano le mura nel loro complesso e nei tanti dettagli, non solo artistici ma anche funzionali, che le adornano.
Inoltre, per approfondire l’argomento delle mura romane sono descritte le tecniche di costruzione ma anche quelle di attacco militare per espugnarle. Altri aspetti unici dell’edificio, che ospita anche mostre d’arte temporanee, sono il panorama visibile da una delle torri e alcuni tratti del cammino di ronda. Fortemente danneggiato dall’usura del tempo e da un crollo del 2001; messo in sicurezza ma non ancora riparato.
Quando parliamo delle mura di Roma intendiamo i sei distinti sistemi difensivi sviluppati nel corso dei secoli, dalle origini urbane fino al XVII secolo. Un insieme di infrastrutture architettoniche tuttora in gran parte visibili o comunque ben ravvisabili. In questo, Roma è l’unica capitale europea ad avere conservato quasi per intero il circuito delle mura e delle porte. Segno di una capacità tecnica avanzata che trova riscontro anche in altre grandi opere quali acquedotti, ponti, templi e altri monumenti anche bimillenari.
Lo storico Tito Livio, vissuto a cavallo della nascita di Cristo, scrisse nell’opera “Ab Urbe Condita” un’espressione simbolica riguardante Romolo, leggendario fondatore di Roma. “così, d’ora in poi, possa morire chiunque osi scavalcare le mie mura”. In questo modo Romolo si impossessò da solo del potere e la città appena fondata prese il nome del suo fondatore. A riprova dell’importanza fondamentale del concetto di confine/muro per la cultura, la storia e la civiltà romana.
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