Nello splendido museo a cielo aperto che è Roma, il Rione Esquilino emerge come un’area dalla forte identità storica, culturale e sociale. Tra i quartieri più affascinanti della Città eterna, racconta secoli di cambiamenti e trasformazioni, e rappresenta un crocevia di culture e popoli.
Il quartiere ha una popolazione residente di oltre 30mila persone e accoglie anche un significativo numero di abitanti temporanei, che contribuiscono a vivacizzare le sue strade e attività.
La composizione sociale dell’Esquilino è variegata, con diversità in termini demografici, socioeconomici e culturali. Recenti ricerche stimano che il 23,5% della popolazione residente sia straniera.
Il colle Esquilino è il più alto dei sette colli su cui nasce Roma, con un’altezza di 58,3 metri sul livello del mare. È suddiviso in tre alture: l’Opius a sud, il Fagutal a Ovest e il Cispius a Nord, dove sorge la Basilica di Santa Maria Maggiore.
Le origini del colle risalgono all’VIII secolo a.C., quando il nucleo abitato iniziò a formarsi come sobborgo della città. La sua storia è testimoniata da resti di necropoli (VIII-VII sec. a.C.), e l’area era già significativa prima della fondazione di Roma quadrata da parte di Romolo.
In epoca antica, il colle era abitato da “exquilini”, cioè residenti suburbani, che avevano una connessione con il sacro. Qui, infatti, sorgevano templi dedicati a divinità come Mefite e Giunone Lucina.
Nel periodo augusteo, la zona ospitava una popolazione meno abbiente, destinata a sepolcreti e campi comuni, mentre i nobili come Mecenate iniziarono a costruire giardini lussuosi.
Il colle Esquilino non coincide con il Rione Esquilino, dal punto di vista amministrativo solo l’area Nord Ovest del colle appartiene al rione omonimo. Mentre quella a Sud Est ricade nel Rione Monti.
Via Merulana, che separa i due rioni, collega le piazze delle basiliche patriarcali di San Giovanni in Laterano e Santa Maria Maggiore.
Con l’annessione di Roma al Regno d’Italia nel 1870, l’Esquilino divenne un punto strategico per la nuova capitale. Il governo sabaudo si trovò a fronteggiare la necessità di creare spazi sia per ministeri che per abitazioni.
La zona, prevalentemente rurale, fu rapidamente urbanizzata. Costruzioni in stile umbertino sorsero per ospitare funzionari e dignitari, con Piazza Vittorio Emanuele II che divenne il centro del quartiere, cuore pulsante dell’Esquilino.
Nel 1874, l’Esquilino si staccò dal Rione Monti per diventare un rione autonomo. A partire da quel momento, il quartiere ha continuato a espandersi e a svilupparsi, con una rete di strade e infrastrutture che ha facilitato la crescita economica e sociale dell’area.
L’apertura al pubblico della Stazione Termini nel 1863 ha contribuito alla creazione di un tessuto sociale multietnico. Oggi l’Esquilino è un esempio vivente di multiculturalismo: un quartiere vivace e dinamico che accoglie diverse comunità. La presenza di molti immigrati, sia storici che recenti, ha creato un melting pot di culture e tradizioni internazionali.
Nei suoi mercati e negozi, è possibile trovare ingredienti e specialità culinarie di tutti i tipi, mescolando l’identità romana con le tradizioni culinarie di popoli lontani. Passeggiando tra le strade dell’Esquilino, i visitatori vengono accolti da una varietà di aromi e colori, grazie ai numerosi ristoranti, forni e botteghe.
Uno dei punti di riferimento di questo impegno internazionale è l’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati (UNHCR), che ha scelto l’Esquilino come sede per i suoi uffici. Questo ente, attivo nella tutela dei diritti dei rifugiati, ha ricevuto due Premi Nobel per la Pace nel 1954 e nel 1981, dimostrando l’impatto positivo e riconosciuto del rione nel contesto globale.
Oltre alle citate basiliche e a Piazza Vittorio, sono numerose le attrazioni offerte dal rione. Vicina a Santa Maria Maggiore, la Basilica di Santa Prassede ha origini molto antiche risalendo la sua costruzione all’VIII secolo.
Tra le più importanti dell’Esquilino, la Chiesa di Sant’Eusebio del IV secolo dedicata al martire di cui si hanno pochissime notizie. La preziosa Chiesa di Santa Bibiana con le opere del Bernini è un gioiello seminascosto e meno conosciuto di quanto meriti.
In quest’area della città sono molto visibili diversi tratti delle Mura Serviane e delle Mura Aureliane che si fondono in un unicum con l’architettura più moderna.
Un altro aspetto unico del Rione Esquilino è la presenza degli acquedotti romani. L’area è conosciuta per i resti di otto acquedotti che alimentavano la città antica, come l’Anio Vetus e l’Acqua Marcia, visibili in diversi punti del quartiere, in particolare attorno a Porta Maggiore e Porta Tiburtina.
Queste imponenti strutture contribuiscono anche all’originale fascino architettonico dell’Esquilino. Un territorio da conoscere e da vivere per approfondire la cultura e l’anima di Roma.
Il teatro nacque per volontà dell’impresario teatrale Giuseppe Jovinelli, intenzionato a costruire un teatro di varietà dal volto lussuoso e degno di essere equiparato ad un teatro di prosa, di norma stilisticamente più ricco e nobile.
In questo sacro tempio, tra i negozi di dischi a Roma il più longevo, potrete trovare ogni tipo di Alchimia Musicale: dischi in vinile 33-45-78 rpm, cd nuovi e usati, libri di musica, rarità di Classica, Jazz, Rock e non solo.
Il Mercato di Piazza Vittorio era uno dei mercati più suggestivi della città. Disposto intorno alla piazza, all’aperto con le bancarelle su due file. Oggi nella nuova struttura adiacente la piazza è un coloratissimo mercato multietnico.
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