In provincia di Frosinone, al centro di una valle attorniata da colline, Isola del Liri (o Isola Liri) offre un’ambientazione unica almeno in Europa. Il fiume Liri circonda il centro storico biforcandosi in due cascate nel punto esatto della roccia su cui sorge il Castello Boncompagni Viscogliosi. Un monumento nazionale già fortezza medievale posta a protezione della vallata. Le due cascate non sono simmetriche.
Mentre le acque della magnifica Cascata Grande (con un salto di 27 metri) corrono a valle, quelle della Cascata del Valcatoio alimentano un’antica cartiera. La celebre cartiera Béranger-Coste è oggi Museo della Civiltà della Carta e delle Telecomunicazione.
Una deliziosa immagine del paese, dipinta nel 1793 dal pittore francese Jean-Joseph-Xavier Bidauld, è esposta al Louvre per l’orgoglio dei lirini. Oltre al Castello, con chiesetta interna, molto richiesto anche per matrimoni, il centro storico presenta altre preziosità artistiche e architettoniche derivanti dall’origine medievale. Leggiamo un po’ di storia.
Cioè Isola dei figli di Pietro, gastaldo di Sora (principale centro del luogo). Già da prima, in documento del 1004, si registra una località chiamata Colle dell’Isola. Dopo l’unificazione d’Italia nel 1863 divenne Isola presso Sora e nel 1869 ebbe il nome attuale. Risalendo all’Antica Roma l’origine è legata ai municipi di Arpinum e Sora che si dividevano l’attuale territorio comunale. In epoca medievale cadde alternativamente sotto il dominio bizantino e longobardo. Fu feudo della famiglia Dell’Isola, passando poi ai Cantelmo e ai Boncompagni.
Nel 1579 papa Gregorio XIII , famoso per la riforma del calendario detto appunto “gregoriano”, acquistò il feudo dai Della Rovere per donarlo al figlio, duca Giacomo Boncompagni. Il riassetto amministrativo di Gioacchino Marat, durante il Regno di Napoli, riporta Isola del Liri sotto il controllo del Ducato di Sora. Negli anni ’20 dell’800 inizia lo sviluppo industriale delle cartiere facilitate dal fiume Liri. All’inizio del ventesimo secolo parte la produzione di energia idroelettrica che consentirono anche la nascita di importanti lanifici.
I bombardamenti che nella Seconda guerra mondiale rasero al suolo la vicina Cassino e la sua celebre Abbazia non risparmiarono le industrie del luogo. Nel Dopoguerra tentativi di ripresa industriale non ebbero successo. Oggi la cittadina è un frequentato centro turistico favorito anche dalla buona posizione in una zona ricca di attrazioni naturalistiche, storiche e culturali. L’artigianato locale si esprime nell’arte della tessitura e della produzione di mobili in stile.
Ottima la cucina di carattere popolare con specialità da provare nei ristoranti locali. A partire dai Finifini, fettuccine sottilissime con ragù di carne preparato a fuoco lento, Sagne e fagioli e Timballi di patate. La variazione del volume d’acqua del fiume consente, o meno, la presenza di pesci nei menù: gamberi, trote e spinarole. Un pescato che può arrivare in tavola anche dal vicino Lago Fibreno. Per le feste: abbacchi e capretti; Crespelle a Natale; i Susamelli (biscotti con miele) e la Pigna (pasta con uvetta e canditi) a Pasqua.
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