In provincia di Frosinone, al centro di una valle attorniata da colline, Isola del Liri (o Isola Liri) offre un’ambientazione unica almeno in Europa.
Il fiume Liri circonda il centro storico biforcandosi in due cascate, la Cascata Grande e la Cascata del Valcatoio, ciascuna alta circa 30 metri, nel punto esatto della roccia su cui sorge il Castello Boncompagni Viscogliosi.
Un monumento nazionale già fortezza medievale posta a protezione della vallata arricchita scenograficamente da due cascate asimmetriche.
Viene menzionato per la prima volta nel 1100. Dopo l’acquisizione del Ducato di Sora da parte della famiglia della Rovere, il Castello divenne una delle loro principali residenze. Fu abitato anche dai loro successori come duchi, i Boncompagni. Nel XVII secolo Costanza Sforza lo trasformò in un lussuoso palazzo, con affreschi biblici e bassorilievi delle terre del ducato, dotandolo di un giardino curato artisticamente.
Mentre le acque della magnifica Cascata Grande corrono a valle, quelle della Cascata del Valcatoio alimentano un’antica cartiera. La celebre cartiera Béranger-Coste è oggi Museo della Civiltà della Carta e delle Telecomunicazione.
Una deliziosa immagine del paese, dipinta nel 1793 dal pittore francese Jean-Joseph-Xavier Bidauld, è esposta al Louvre per l’orgoglio dei lirini. Oltre al Castello, con chiesetta interna, molto richiesto anche per matrimoni, il centro storico presenta altre preziosità artistiche e architettoniche derivanti dall’origine medievale. Leggiamo un po’ di storia.
Cioè Isola dei figli di Pietro, gastaldo di Sora (principale centro del luogo). Già da prima, in documento del 1004, si registra una località chiamata Colle dell’Isola. Di origine volsca, nell’Antica Roma la storia è legata ai municipi di Arpinum e Sora che si dividevano l’attuale territorio comunale.
Nell’Alto Medioevo la città fu alternativamente sotto il dominio dei Bizantini e dei Longobardi, fino ad entrare a far parte della contea di Sora nel Principato di Capua.
Isola del Liri fu feudo della famiglia dell’Isola (de Insulae) dal XII secolo al XIV secolo. Tra i membri della famiglia si annoverano Roffredo dell’Isola, abate di Montecassino, il conte d’Arce, e Bartolomeo dell’Isola. Alla fine del XIV secolo, Isola del Liri fu ceduta alla famiglia Cantelmo.
Nel 1579 papa Gregorio XIII , famoso per la riforma del calendario detto appunto “gregoriano”, acquistò il feudo dai Della Rovere per donarlo al figlio, duca Giacomo Boncompagni. Il riassetto amministrativo di Gioacchino Marat, durante il Regno di Napoli, riporta Isola del Liri sotto il controllo del Ducato di Sora.
Nel 1796 fu annessa allo Stato Pontificio. Negli anni ’20 dell’800 inizia lo sviluppo industriale delle cartiere facilitate dal fiume Liri. All’inizio del ventesimo secolo parte la produzione di energia idroelettrica che consentirono anche la nascita di importanti lanifici.
Dopo l’unificazione d’Italia nel 1863 divenne Isola presso Sora e nel 1869 ebbe il nome attuale.
I bombardamenti che nella Seconda guerra mondiale rasero al suolo la vicina Cassino e la sua celebre Abbazia non risparmiarono le industrie del luogo. Nel Dopoguerra tentativi di ripresa industriale non ebbero successo. Oggi la cittadina è un frequentato centro turistico favorito anche dalla buona posizione in una zona ricca di attrazioni naturalistiche, storiche e culturali. L’artigianato locale si esprime nell’arte della tessitura e della produzione di mobili in stile.
Ottima la cucina di carattere popolare con specialità da provare nei ristoranti locali. A partire dai Finifini, fettuccine sottilissime con ragù di carne preparato a fuoco lento, Sagne e fagioli e Timballi di patate. La variazione del volume d’acqua del fiume consente, o meno, la presenza di pesci nei menù: gamberi, trote e spinarole. Un pescato che può arrivare in tavola anche dal vicino Lago Fibreno. Per le feste: abbacchi e capretti; Crespelle a Natale; i Susamelli (biscotti con miele) e la Pigna (pasta con uvetta e canditi) a Pasqua.
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