La Basilica di San Clemente affonda le sue radici nei primi secoli dell’era cristiana, intrecciandosi indissolubilmente con la storia di Roma.
La sua nascita si colloca in un periodo di grande fermento religioso e sociale, segnato dalla diffusione del Cristianesimo e dalle persecuzioni subite dai suoi fedeli. La basilica si trova nel rione Monti, uno dei quartieri più antichi e suggestivi di Roma, a pochi passi dal Colosseo.
Un’oasi di quiete nel cuore della caotica città, dove immergersi in un’atmosfera mistica e ricca di storia. Alla basilica si accede da un protiro medievale che immette in un quadriportico. La facciata, in stile barocco, è un primo assaggio della bellezza che attende all’interno i visitatori.
Varcando la soglia della basilica, ci si trova di fronte a un’architettura unica. Quattro livelli, sovrapposti nel corso dei secoli, raccontano la storia di questo luogo sacro.
Le sovrapposizioni, riscontrabili in altri edifici di Roma, sono avvenute nei secoli in modo particolarmente rilevante per le importanti sedimentazioni dovute sia alla posizione (la valle tra i colli Celio ed Esquilino) sia a particolari avvenimenti storici (l’incendio di Nerone nel 64 d.C. e il saccheggio di Roberto il Guiscardo del 1084).
Partendo dall’alto torniamo indietro nella storia.
Costruita nel XII secolo d.C., è quella che vediamo oggi. In stile romanico, presenta un’unica navata con transetto e abside. E’ stata costruita utilizzando anche pannelli del VI secolo provenienti dalla chiesa inferiore.
Da ammirare: i magnifici mosaici dell’abside, gli affreschi rinascimentali, le transenne (plutei) marmoree , il pavimento cosmatesco. La Schola Cantorum, con i due amboni per le letture ha rappresentato un modello di realizzazione per edifici religiosi costruiti successivamente. Nelle cappelle laterali è da notare in particolare la Madonna col Bambino attribuita a Filippo Lippi.
Da citare l’architetto Carlo Fontana per il restauro della basilica superiore nel XVIII secolo.
Risalente al IX secolo d.C., è un ambiente più piccolo e austero, con affreschi dedicati alla vita dei santi. La basilica inferiore è divisa da colonne in tre navate, ed è preceduta da un nartece.
Nell’alto medioevo è stata una delle più importanti di Roma, impreziosita da affreschi e vari arredi. Questa basilica fu gravemente danneggiata a causa del sacco dei Normanni di Roberto il Guiscardo, nel 1084.
Il tentativo di ricostruzione, testimoniato da alcuni affreschi, fu abbandonato e la basilica venne interrata per costruirvi sopra la nuova basilica.
Costruita nel IV secolo d.C., ha un’ampia sala con abside e colonne, dove si riunivano i primi cristiani per celebrare la loro fede. Con l’Editto di Costantino (noto anche come Editto di Milano e Licinio) che pose fine alle persecuzioni dei cristiani, la comunità cristiana di Roma poté finalmente celebrare la sua fede liberamente.
La sala subì varie trasformazioni: si aggiunsero l’abside, che raggiunse il piano superiore dell’edificio del Mitreo, e il quadriportico. Vennero ridotte le porte d’ingresso alle navate laterali, e su demolito il precedente muro di fondo.
All’interno due file di colonne che dividevano l’ambiente in tre navate, ognuna delle quali con nove arcate, completarono la realizzazione della basilica.
In particolare, una domus romana risalente al I secolo d.C., ricca di affreschi e mosaici, dotata di un ninfeo, un luogo adibito al culto delle ninfe. Successivamente, nell’area della domus, fu edificato un mitreo, un tempio dedicato al dio Mitra.
Per realizzare questo ambiente si chiusero delle porte e se ne aprirono altre. Ma più importante fu l’arricchimento lungo i muri, con caratteristici banconi in muratura per gli adepti. Inoltre fu realizzata una nicchia con la statua del dio, proveniente dall’ara mitraica rinvenuta priva della parte superiore fuori del santuario.
Per attenuare l’umidità, tutto il complesso fu abbondantemente intonacato e questo strato è visibile ancora oggi.
L’affresco della fine del secolo XI, riportato nella foto qui sopra, contiene un documento molto importante per gli studiosi di storia della lingua italiana. Un dialogo illustrato che testimonia il passaggio dal latino alla lingua volgare.
L’episodio ritratto è preso dalla Passio Sancti Clementis. Sisinnio, prefetto romano, ordina ai suoi servi di trascinare in prigione san Clemente che aveva convertito al cristianesimo la moglie Teodora. Il santo però si è liberato e i due servitori non stanno trascinando lui, bensì una colonna molto pesante senza accorgersene.
Nell’affresco, la ricostruzione del dialogo più accreditata dagli studiosi, nonostante non segua l’ordine da sinistra a destra, sarebbe la seguente:
Le parole scritte vicino ai personaggi sono antesignane del futuro stile narrativo a fumetto.
San Clemente parla in latino, Sisinnio e i suoi in volgare. Questa situazione sottolinea la distanza tra il santo cristiano e gli altri tre personaggi, rozzi e pagani. E documenta in forma scritta espressioni della lingua parlata a Roma alla fine dell’XI secolo.
La Basilica di San Clemente, con i suoi diversi livelli e le sue testimonianze archeologiche, rappresenta un vero e proprio ponte tra passato e presente.
Un luogo che ci permette di rivivere la storia di Roma e della Chiesa cristiana, di comprendere le origini del Cristianesimo e di ammirare le opere d’arte che adornano i suoi ambienti.
Un gioiello inestimabile che merita di essere visitato da tutti gli amanti della storia, dell’arte e della fede.
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