Un’altra gemma, purtroppo un po’ trascurata, della millenaria storia della Città Eterna. Parliamo della lunga avventura del Ponte Nomentano.
Il Ponte Nomentano venne costruito nel punto in cui la via Nomentana superava il fiume Aniene, ai piedi della collina di Monte Sacro. Punto di passaggio sin dall’antichità delle mandrie transumanti provenienti dall’Alto Lazio.
Il ponte è oggi rimasto isolato dalle nuove esigenze della viabilità romana ed è in parte sconosciuto. Sebbene trionfale e suggestivo come raccontano le tante stampe e foto antiche che lo raffigurano.
La sua storia si spalma nei secoli sebbene più volte distrutto, ricostruito, restaurato.
Edificato in epoca Repubblicana (II-I sec. a.C.), fu poi fortificato da Adriano I nel VIII sec. Successivamente venne modificato e potenziato da vari pontefici, come per esempio papa Niccolò V (1447-1455).
Questi rinforzò con la struttura merlata ricordata dallo stemma papale sul fronte d’accesso, a testimonianza della importanza strategica di questo punto cruciale di entrata nella città.
Fu spettatore silente di importanti avvenimenti storici come la cruenta distruzione a causa dell’invasione barbarica di Totila re degli Ostrogoti. O l’incontro nell’800 tra Leone III e Carlo Magno venuto a Roma per farsi incoronare dal Papa. Fino ad essere danneggiato dai francesi per ostacolare l’accesso dei garibaldini.
Come l’araba fenice fu distrutto e risorse con interventi che ci ricordano la varie fasi della sua esistenza e che oggi lo presentano come fortezza medievale. Con piccole finestre e merli e rinforzi e la monumentale arcata a tutto sesto che attraversa l’Aniene.
Chiuso al traffico può essere attraversato solo a piedi e da lì si può godere, insieme al parco che lo ospita, di un attimo di tregua dalla furia dei motori della vicina Nomentana. La lunga avventura del Ponte Nomentano non finisce mai.
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