Isola Farnese è la meta del nostro girovagare, uno dei luoghi più affascinanti dei dintorni di Roma. Si erge su un blocco tufaceo sulla Cassia a pochi km. dal G.R.A., fra la Valle della Storta e la Valle di San Sebastiano, ma nonostante questa vicinanza con la metropoli si entra in una atmosfera sospesa nel tempo.
Qui tutto è silenzio, quiete, mura antiche che riportano ad un passato lontano.
Nel 1567, il cardinale Alessandro Farnese, il quale non aveva problemi di liquidità finanziaria, acquistò questo borgo dalla famiglia Orsini, che invece in quegli anni si trovava in difficoltà economica. Comodamente situato in un luogo di passaggio lungo la via Cassia rappresentava una tappa utile prima dell’ingresso a Roma.
Il borgo, che da lì prese il nome di Isola Farnese, si trova vicino ai resti dell’antica città di Veio, originariamente etrusca e poi romana.
Quindi il cardinale lo associò a tutti i vasti possedimenti della famiglia a Nord di Roma.
Ai piedi del villaggio scorre ancora oggi un torrente su cui sorge un mulino, rendendo il paesaggio particolarmente incantevole.
Un cupo evento storico la riguarda direttamente. Nell’area si appostò il conestabile di Borbone con le sue truppe lanzichenecche la notte del 4 maggio 1527.
Conseguentemente all’alba si diressero verso il Gianicolo e la zona del Vaticano dando inizio ad uno dei fatti d’arme più violenti e brutali che ha segnato a lungo la storia capitolina, il “sacco di Roma”.
Ma continuiamo nella nostra escursione immersi nel silenzio. Arrivati nella caratteristica piazzetta del borgo si viene accolti dalla Chiesa di San Pancrazio, risalente al XV secolo, con begli affreschi del XVI secolo tra cui una Madonna del Cavalier d’Arpino.
Ad impreziosire il tutto una acquasantiera realizzata con due capitelli corinzi di epoca romana.
Dalla piazza parte l’accesso al castello attraverso le viuzze con le tipiche abitazioni dell’epoca, ricche di piante e fiori, per arrivare al cortile con affaccio panoramico sulla valle della Cremera.
Riscendendo dal castello e dal borgo ci avviamo sulla destra su una strada in discesa che ci porta all’antico mulino con la sua Cascata della Mola. Estremamente quieto, con lo scrosciare delle acque del torrente attraversato da un piccolo ponte che ci fa godere di una frescura gradevole.
Il sentiero poi prosegue girando intorno la collina per raggiungere i resti della città etrusca di Veio, amica e nemica dell’antica Roma che ci porta a percepire l’eco di tempi remoti.
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