Il caratteristico paese di Fumone è posto su un colle a forma di cono tra i Monti Ernici e i Monti Lepini nella conca compresa tra Fiuggi e Alatri, ed è isolato e visibile da grande distanza, tanto da dar vita ad detto «Cum Fumo fumat, tota campania tremat» in quanto nel Medioevo grazie a segnali di fumo venivano segnalate incursioni saracene e normanne che giungevano fino a Roma proteggendone la sicurezza. Ma la sua storia viene da lontano tanto da aver dato rifugio a Tarquinio il Superbo (V secolo a.C.) dopo la sua cacciata da Roma.
Il castello, inespugnabile, grazie alla sua vicinanza con Anagni si ritrova dentro a importanti vicende storiche tra cui la difesa dall’assedio di Enrico IV nel 1186 a cui il castello riesce a tener testa oppure nel 1296 la prigionia di Celestino V, il “papa del gran rifiuto”, rinchiuso qui da Bonifacio VIII e che in una piccola cella troverà la sua fine (forse assassinato).
La testimonianza di questo evento come degli altri sono ricordati da varie reliquie durante l’interessante visita guidata. Dalla fine del seicento, dopo tanti passaggi tra vari feudatari, il castello passa ai Marchesi Longhi, attuali proprietari.
Il borgo antico con angoli caratteristici in pietra ciociara e la Rocca Longhi-DePaolis è oggi una tappa irrinunciabile della visita in Ciociaria, con la sua terrazza pensile (800 m.slm – la più alta d’Europa). La vista mozzafiato a 360° è magnifica e nelle giornate terse di tramontana è possibile vedere a nord la Cupola di San Pietro e a sud il Vesuvio.
Tante le emozioni tra le mura possenti, le sale ricche di opere d’arte e cimeli storici ed il racconto di una storia intrigante e misteriosa come quella della morte del marchesino Francesco Longhi, verso la metà dell’ottocento, legata ad una presunta faida familiare.
Il corpo imbalsamato del bimbo è ancora visitabile in una culla fatta costruire dalla madre impazzita dal dolore e il cui fantasma sembra aggirarsi ancora tra le mura del castello.
La visita al borgo e al castello ci proietta in una atmosfera antica e misteriosa, piena di emozioni e suggestioni su un passato inquietante ma ricco di fascino.
E come in ogni luogo che si rispetti nel Lazio la visita finisce con una indimenticabile degustazione di prelibatezze ciociare nella caratteristica taverna medievale.
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