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Nel medioevo a San Gregorio da Sassola

San Gregorio da Sassola si estende su circa 35 kmq, sul versante occidentale dei Monti Prenestini, ai piedi del Monte Cerella. Il suo centro storico è situato su un basamento vulcanico distinto dai rilievi calcarei circostanti, il che ha facilitato la difesa e favorito l’insediamento.

Il borgo medievale e i quartieri storici sorgono sopra la roccia vulcanica, caratterizzati da tufi pisolitici, che presentano lapilli.

Il paese è composto da due parti contrapposte: il nucleo medievale e l’ampliamento barocco. Il primo ha una struttura “a fuso d’acropoli”, con una via principale che si biforca a “Y” presso il palazzo baronale, dove si trova anche il Castello.

La parte barocca presenta una via centrale con due blocchi residenziali; il più antico, risalente al XVII secolo, è composto da cinque blocchi di case a schiera attorno a una piazza ellittica.

Ai confini con il Comune di Ciciliano, si trova la vetta della montagna Spina Santa dei Monti Prenestini.

San Gregorio da Sassola: un borgo inaccessibile facilmente difendibile

Il borgo è posto infatti sulla cresta di roccia vulcanica che ha favorito la nascita di un abitato. Luogo facilmente difendibile con il possente Castello Brancaccio del X secolo. 

Il Castello è il monumento più significativo del paese, originariamente eretto come struttura difensiva del primo insediamento. Con il tempo ha assunto un aspetto residenziale, subendo importanti ristrutturazioni nel XV e XVII secolo da parte di cardinali, che ne hanno abbellito le sale e aggiunto una cappella interna.

Dopo un lungo periodo di abbandono, nel XIX secolo il castello venne restaurato dal principe duca di Uceda, che ne ripristinò il splendore e aggiunse decorazioni neoclassiche. Nel 1889, Elisabetta Frield e il principe Salvatore Brancaccio ampliarono ulteriormente la struttura. Il castello rimase di proprietà dei principi Brancaccio fino al 1991, quando divenne comunale.

Oggi, grazie a finanziamenti regionali e europei, è in corso un restauro significativo e la gestione è affidata a privati per scopi culturali.

Il dono di Gregorio Magno

In un documento del 587 si cita Gregorio degli Anici come proprietario fondiario del luogo. Questa famiglia proveniente da Palestrina era molto potente grazie a incroci matrimoniali con altre famiglie importanti. Gregorio, divenuto papa con il nome di Gregorio Magno, donò il fondo su cui oggi sorge il paese al monastero di S. Andrea al Celio. Fondato da lui stesso a Roma nel 572.

Prima della donazione il territorio era chiamato Ancesano, dopo prese il nome di San Gregorio e fu dato in enfiteusi ai monaci di spiritualità benedettina e gregoriana. Nel 594 infatti Gregorio regalò al Monastero di Subiaco un’ampia parte dei suoi possedimenti situati tra il Monte Vulturilla (oggi Mentorella) e Castel Madama.

I cambiamenti nel tempo e la situazione odierna di San Gregorio da Sassola

Nel tempo borgo e castello subirono svariati cambi di proprietà, conteso tra i Colonna, gli Orsini, i Barberini fino ad arrivare al Cardinale Carlo Pio di Savoia. Proprietario che, dopo la peste del 1656, diede impulso a nuovi insediamenti.

Dopo l’unità d’Italia, per distinguerlo da altri paesi con lo stesso nome, il comune prese il nome di San Gregorio da Sassola. Nella errata convinzione che coincidesse all’antica città Equa di Saxula, una città degli Equi poi passata sotto il controllo di Tibur (Tivoli), e infine conquistata dai Romani.

Il 1° settembre dell’anno 1872, re Vittorio Emanuele II, con Regio Decreto n. 983, autorizzò il comune di San Gregorio ad assumere la denominazione definitiva di “San Gregorio da Sassola”.

L’errata convinzione era dovuta a padre Atanasio Kircher, famoso gesuita dei primi anni della seconda metà del ‘600. Questi intraprese un lungo viaggio intorno a Roma, per raccogliere materiali e notizie utili alla redazione di un saggio sul Lazio antico. Essendosi quasi perso in mezzo ai boschi, si trovò di fronte all’improvviso il paese di San Gregorio, situato su uno sperone tufaceo in mezzo alle montagne.

Questa cosa lo portò a dire: “Noi, da varie congetture e dalla diligente ispezione dei luoghi, abbiamo concluso che Sassula non potesse trovarsi in altro luogo che in quello dove ora sorge il paese di San Gregorio, sotto la giurisdizione dell’eminentissimo Cardinal Pio”.

Sabatino e il pappagallo Pedro

Il fascino della passeggiata ci trasporta attraverso vicoli stretti e ciechi in una atmosfera sospesa nel tempo. Una situazione che offre improvvisamente scorci panoramici e luoghi caratteristici. Come la graziosa Chiesa di San Gregorio Magno o il vicolo custodito gelosamente dal pappagallo Pedro e dal suo padrone Sabatino (speleologo amatoriale e grande conoscitore del territorio).

Un gentile ospite che inaspettatamente ci accoglie nel suo negozio di prodotti locali offrendoci un bicchiere di buon rosso. E illustrandoci, con la sua naturale simpatia, la propria produzione di caciotte, ricotte e salumi di assoluta qualità.

Nel territorio inoltre i possenti resti di acquedotti e ponti risalenti all’antica Roma che tratteremo in un prossimo articolo. Una visita che lascia sorpresi per le tante emozioni che suscita e che fa esprimere il desiderio di un “ritornerò”.

Con il Blog di Roma e del Lazio, Around Rome vi guida alla scoperta dei territori per il piacere di soddisfare curiosità e mettere la cultura al servizio di persone e imprese.

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A cura de il NETWORK | testo e foto Ezio Bocci

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