La prima, più antica, essendo d’epoca romana, è Norba e Norma, invece, è la sua prosecuzione storica distante pochi chilometri, ma molti secoli. Siamo sui Monti Lepini, in posizione dominante sulla pianura pontina nel Sud del Lazio, particolarmente apprezzata dagli amanti del parapendio.
Norba Latina, per distinguerla da Norba Apula, con la Lega latina combattè contro Roma (501 – 496 a.C.) nella battaglia del Lago Regillo.
Un luogo storico, mai identificato con certezza, dove cominciarono le straordinarie vittorie di Roma contro i popoli vicini. Norba fu occupata da coloni romani e le sue possenti mura servirono come difesa per tutto il territorio circondante divenuto romano. La decadenza cominciò dall’incendio autoprovocato durante la guerra tra Mario e Silla (88-82 a.C.) per non cadere nelle mani del nemico (Silla).
Nel Medioevo alcune strutture superstiti divennero chiese che Papa Zaccaria donò all’Imperatore Costantino Copronimo. Da un vicolo della vecchia Norba sembra abbia avuto origine la nuova città di Norma. La nostra visita comincia quindi nell’area archeologica che conserva gli antichi resti quasi trimillenari. Gli scavi archeologici testimoniano il legame delle origini con Alba Longa grande nemica di Roma.
I resti archeologici indicano una grande popolazione residente a Norba e Norma, al contrario, conta poco più di tremilaseicento abitanti. La provincia è quella di Latina, la posizione è sulla roccia scoscesa dalla quale si ammira l’Oasi di Ninfa e vasta parte dell’Agro pontino. I pochissimi superstiti di Norba si spostarono qui, costruendo nei secoli l’abitato di Norma. Il nucleo di fondazione fu localizzato proprio nel punto più difendibile, la rupe chiamata “rave”.
Nel Medioevo fu probabilmente alle dipendenze della vicina Abbazia di Valvisciolo o del Castello Caetani di Sermoneta, diventando un marchesato sotto i Borghese. Singolare che i tre principali luoghi di interesse religioso siano ispirati tutti alla madre di Cristo. Parliamo infatti della Chiesa dell’Annunziata, del Santuario della Madonna del Rifugio e del Monastero di Santa Maria di Monte Mirteto.
Ma visitare Norma significa apprezzarne il museo archeologico, vedere gli splendidi Giardini di Ninfa, “assaggiare” il gustoso Museo del Cioccolato.
A parte le mirabilia locali, spesso accade che in questi piccoli paesi vagare senza meta aiuti a vivere lo spirito del luogo. Camminare lentamente passando accanto alle porte delle case, salendo gli scalini di pietra, osservando le architetture degli edifici ultrasecolari.
C’è qualcosa di affascinante che attrae; sembrerebbe che tutti i paesini siano uguali o quasi, ma non è così. L’aria che si respira forse ha sempre un fondo di campagna, di terra lavorata, di polvere pulita non inquinata. Un odore, ovunque diverso, che suscita la memoria, i ricordi di decenni fa. Allora il paese è un ritorno, anche per chi lo visita la prima volta.
Il senso più forte dei cinque, l’olfatto, viene poi supportato dal gusto nell’apprezzare la tavola locale, il suggello della gita. Norma è rinomata per la ramiccia, pasta all’uovo tagliata a mano e per gli strozzapreti acqua e farina. Poi per olive verdi, olio, castagne, funghi. Forse gli stessi alimenti che nutrirono l’antica Norba.
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