Se tutte le ville romane sono spesso molto suggestive, Villa Sciarra al Gianicolo è senz’altro tra le più affascinanti. Basterebbe il solo luogo dove sorge a scrivere un romanzo storico emozionante. Prima dell’epoca romana ospitò un santuario dedicato alla dea Furrina, legata al culto dell’acqua.
Più tardi vi si piantarono i famosi “Horti di Cesare” dove questi, secondo leggenda, ospitò Cleopatra e il loro figlio Cesarione dopo la conquista dell’Egitto.
Il primo casino fu costruito da monsignor Malvasia nel 1575, la famiglia Barberini l’acquistò a metà del ‘600, poi la rivendette e la riacquistò di nuovo. Appartenne quindi a Cornelia Costanza Barberini, moglie di Giulio Cesare Colonna di Sciarra, sotto la cui proprietà la villa fu variamente arricchita.
Durante la Repubblica Romana fu molto danneggiata dagli scontri tra le truppe di Garibaldi e quelle francesi di Oudinot. Dopo restauri e passaggi di mano, gli ultimi proprietari, una coppia di americani, la adornò di statue dal Palazzo Visconti di Brignano Gera D’Adda.
Rimasta vedova, la proprietaria donò la villa a Mussolini con la condizione che fosse destinata a parco pubblico; una targa di marmo ricorda questo episodio. Dalla citata residenza lombarda arrivò la Fontana dei Satiri nella quale sopra una grande conchiglia un putto esce dalle fauci un serpente, simbolo visconteo. La Fontana di Diana ed Endimione, invece, mostra un gruppo scultoreo con la dea della caccia, il celebre pastore e il loro fedele cane. Altre fontane notevoli sono quella delle Sfingi, nella quale quattro sfingi rappresentano le passioni umane o i vizi, e la Fontana dei Putti. Siamo in un ambiente dove anche la cura della vegetazione si fa arte, è il caso dell’Esedra
Arborea, un angolo di villa molto scenografico. Una siepe di lauro a forma di semicerchio (esedra) nelle cui nicchie sono state collocate dodici statue in arenaria, una per ogni mese dell’anno. Proprio di fronte a queste, troviamo siepi di bosso potate artisticamente nella raffinata tecnica dell’arte topiaria; potature geometriche esprimenti forme diverse da quelle naturali.
Una villa urbana come questa la si conosce perdendocisi dentro. Quel “perdersi a Roma” che qui ha per scenario il verde curatissimo e per emozione la continua scoperta di meraviglie. Come la grande uccelliera in ferro battuto, progettata per accogliere gli aironi bianchi. O il terrazzo del Casino Barberini, sede dell’Istituto italiano di studi germanici, dalla cui torretta si gode il panorama cittadino fino ai Colli Albani.
Alle spalle del Casino si erge la cosiddetta montagnola. Veramente caratteristico è il chioschetto dei glicini che si trova proprio in cima alla montagnola, vicino a un tempietto di forma circolare con una cupola in ferro battuto. Nelle vicinanze presso l’ingresso della villa, il villino detto “il Castelletto” è sede del Museo della matematica. Anche le istituzioni culturali quindi si nutrono di tanta bellezza. Villa Sciarra è un’oasi di pace vicina al centro di Roma, un luogo di relax attivo e una visita sicuramente indimenticabile.
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